Parte il 5 agosto a Corigliano d’Otranto la ventunesima edizione del festival itinerante La Notte della Taranta, la festa di musica popolare più grande e diffusa d’Europa. Primo appuntamento, alle 19, nella suggestiva cornice del castello di Corigliano d’Otranto, un laboratorio di pizzica di alcuni ballerini del corpo di ballo de La Notte della Taranta.
A seguire l’esibizione del Circolo Mandolinistico di San Vito dei Normanni, fondato nel 1934, la sua attività fu sospesa durante la seconda guerra mondiale e ha riaperto dopo una lunga pausa nel 2003 grazie alla dedizione di Federico Di Viesto, tra gli ultimi maestri della tradizione e alla passione di Giovanni De Palma, quando l’ultima barberia musicale ha chiuso i battenti. Dal 2015 il Circolo è guidato dal giovane mandolinista Peppino Grassi. Il rinnovato spirito non rinuncia a preservare e valorizzare la tradizione e diffondere i diversi linguaggi di espressione del mandolino, «guardando al futuro con cuore antico». Come nelle botteghe di un tempo, il Circolo è oggi luogo d’incontro e discussione, agorà, crocevia di uomini e musica dove la trasmissione dei saperi si compie con approccio spontaneo. Alle 21 sarà la volta del corpo di ballo de La Notte della Taranta, diretto dal coreografo Massimiliano Volpini, che si esibirà sulla terrazza del Castello.
Dalle 21.30, per i tradizionali concerti della Ragnatela, in piazza Vittoria si esibirà l’Orchestra Sparagnina diretta da Ambrogio Sparagna, già maestro concertatore de La Notte della Taranta, dal 2004 al 2006 che torna per dirigere l’Orchestra nata nel 2005 dalle esperienze didattiche dell’Istituto comprensivo del paese. Un’ora di musica di tradizione affidata all’Orchestra Sparagnina che proporrà un repertorio di canti tradizionali in grico salentino (antico dialetto greco e lingua di minoranza del territorio). I ragazzi dell’Orchestra, si sono esibiti al Parco della Musica di Roma nell’ottobre 2010, nel 2012 hanno pubblicato con Finisterre il cd musicale “Aska kalèddhamu”(Alzati bella mia), e nello stesso anno partecipano ad importanti eventi musicali: Suoni delle Minoranze (Lecce), Liceo Musicale Pallinis (Atene), Teatro Petruzzelli (Bari) come orchestra del Sistema delle Orchestre Giovanili e Cori giovanili e infantili in Italia. Tra le altre esperienze, nel 2013 sono invitati a Roma dal Ministro della Pubblica Istruzione per ricevere il terzo premio del concorso “Indicibili (in)canti” organizzato dal MIUR e dal Comitato Nazionale per la diffusione della Musica nella Scuola.
Alle 22.30 sul palco allestito sempre in piazza Vittoria sarà la volta de I Mandatari formazione nata nel 2013 per volontà di un gruppo di amici, con l’intento di riscoprire la bellezza della tradizione musicale della provincia di Taranto. I componenti del gruppo, tutti giovanissimi, accomunati dalla passione per la musica e spinti dall’amore per la propria terra, si sono impegnati in un lavoro di ricerca e recupero dei canti tradizionali di quella zona, attraverso gli anziani, depositari del patrimonio musicale e culturale dei comuni di Carosino, Fragagnano, Lizzano e San Marzano, paesi di provenienza dei membri del gruppo. Grazie al loro lavoro di ricerca e, attingendo anche dal patrimonio recuperato sul campo nelle stesse zone dallo storico ed etnografo Alfredo Majorano, tra gli anni ’30 e ’70, il gruppo può avvalersi di un vasto repertorio musicale che spazia dai contesti rituali (tarantismo), a quelli ludici (pizzica-pizzica, tarantelle, quadriglia, canti di lavoro, stornelli) e canti devozionali (canti di passione).
La chiusura della prima tappa del festival sarà affidata all’Antonio Amato Ensemble, “Il futuro del passato” è la frase che rappresenta al meglio la filosofia stilistica del gruppo che, in dieci anni di attività, è riuscito a sviluppare un sound originale, riconoscibile e alternativo rispetto al suono legato alla musica popolare salentina di tradizione. L’ultimo lavoro discografico “Speranze” crea infatti un punto d’incontro inedito tra due mondi apparentemente paralleli. Brani originali e brani classici della tradizione convivono coerentemente nella dimensione musicale del gruppo dove le esperienze eterogenee di ciascuno dei suoi componenti si incontrano attraverso il canto tipico della tradizione dialettale salentina di Antonio Amato. Strumenti acustici e sonorità della tradizione si intrecciano in simbiosi musicale con strumenti elettronici e sonorità moderne senza perdere di vista le ritmiche ipnotiche e ancestrali che rappresentano la colonna portante della "pizzica".
Una lunga notte di musica, che è solo il preludio, di un festival, quest’anno dedicato al paesaggio che prevede complessivamente 100 ore di live show, 360 musicisti coinvolti per 19 notti da vivere nei centri storici del Salento.