Un fiume umano ha danzato fino alle prime ore del mattino a Melpignano (Lecce), alla 17/ma edizione della Notte della Taranta: nella piazza dell'ex convento degli Agostiniani erano attesi 150mila 'indiavolati' e, secondo gli organizzatori, «ne sono arrivati molti di più». La questura ricorda che «l'anno scorso erano 130mila e quest'anno sono sicuramente aumentati: nel paese non si può fare un passo – spiega il questore – e i parcheggi sono tutti pieni: sicuramente possiamo parlare almeno di 150mila persone».
Tutti pizzicati dal morso della tarantola che non fa più male ma, come sostiene la maggioranza degli artisti, «oggi più che mai serve a risvegliare una sopita coscienza sociale». Dagli ospiti internazionali come il 'rocker del deserto' Bombino, passando per gli italiani Roberto Vecchioni e Alessandro Mannarino, tutti assegnano alla Taranta un «ritrovato ruolo politico».
«Dobbiamo scrivere una nuova musica popolare, quella dei giorni nostri e che canteranno fra trent'anni – dice Mannarino – con le nostre battaglie e le nostre lotte. Questo tipo di musica popolare è piena di santi e religione, ma oggi i santi non ci bastano più: servono nuove idee e dobbiamo trovarle noi».
Al Concertone ha assistito anche la prima ballerina della Scala, la salentina Nicoletta Manni, che promette di farsi portavoce nel mondo della «bellezza della pizzica», che si balla sulle note della Taranta: «Inviterò la gente a interessarsi di più a questo tipo di danza – spiega – il cui fascino sta proprio nel suo essere nata spontaneamente, nel non avere regole al contrario della danza classica. È alla portata di tutti ma, ovviamente, va studiata anche questa».